Creative Commons Attribution 4.0 (CC BY 4.0)
f. 3r. inc. «Saggio e degnissimo Arciconsolo. Accademici virtuosissimi. Vi presento questa raccolta» <br />f. 4r. expl. «riverentemente inchinandovi mi sottoscrivo» <br />f. 4r. Data: «Di casa, questo dì 20 Settembre 1705» <br />f. 4r. Firma: «Umilissimo et obbedientissimo servitore e Accademico l’Informe Segretario»
p. 1. inc. «Se la grandezza de’ benefizi, Serenissimo Signore, nobil’e virtuosa adunanza» <br />p. 10. expl. «stimola e fomenta sempre al glorioso operare»
p. 13. inc. «Dura materia di ragionare ne ha oggi il nostro Arciconsolo data» <br />p. 22. expl. «così ancora alquano più comparisse ed amoroso e gentile»
p. 25. inc. «Eterna e sempre mai osservata legge di natura» <br />p. 33. expl. «al richissimo e sapientissimo suo padre somigliante»
p. 35. inc. «Finalmente (o male) cominciare a discorrere» <br />p. 54. expl. «fare un discorso che abbia garbo e che piaccia. Ecco il fine»
(adespoto e anepigrafo) <br />p. 55. inc. «Nella divina settimana, nella quale l’onnipotenza eterna» <br />p. 69. expl. «le benedizioni medesime anche noi devotissimi raddoppiamo»
p. 70. inc. «Come il discernimento, prima dote e patrimonio proprissimo dell’anima» <br />p. 79. expl. «e di pari continua ne promette l’assistenza, e vigorosa»
p. 80. inc. «Standomi nel passato autunno tra gl’ozi della villa» <br />p. 91. expl. «almeno quanto fin’a quest’ora hanno altri la primavera lodata»
p. 93. inc. «Se nel gran volume della curiosità tanto ricercato» <br />p. 112. expl. «chi non ha lingua condegna, muto favelli»
p. 113. inc. «Grand’allegrezza mi prese, quando a criticare mi toccò in sorte» <br />p. 121. expl. «o che non trova modo di pensarvi di bel nuovo»
p. 122. inc. «Pensier di morte, che poc’anzi al cuore [...] Meditava il fabbricatore del recitato sonetto» <br />p. 165. expl. «il gran sovrano del parlar nostro Giovanni della Casa»
p. 166. inc. «Sono stato (Serenissimo Principe, virtuosissimi Accademici) meco medesimo» <br />p. 172. expl. «appo chi professa gentilezza, e cortesia, quali siete voi»
p. 173. inc. «L’autor del sonetto, gentilissimi e virtuosissimi Signori Accademici» <br />p. 181. expl. «onore non meritato, né ambito dal suo cuore sincero»
p. 182. inc. «Pur beato: dopo aver fatto più volte in questa letteraria Repubblica» <br />p. 205. expl. «che s’io non m’inganno scappa fuora con più brio»
p. 206. inc. «Pitagora (Serenissimo Principe, degnissimi Accademici) Pitagora il gran maestro de’ saggi» <br />p. 208. expl. «e mi persuado... / Che basti ad ottenerla / Esser fra voi visto sedere a gerla»
p. 209. inc. «Quando mi capitò la prima volta alle mani la lettera memorabile» <br />p. 230. expl. «nello scrivere di cose che non son del vostro mestiere più pesato»
p. 231. inc. «È stato sempremai, nobilissimi e virtuosissimi Accademici, altamente impresso» <br />p. 251. expl. «che io m’avvisi di potervene rendere contraccambio»
p. 252. inc. «Tre cose, Signori miei, chi entra Accademico della Crusca è tenuto a fare» <br />p. 278. expl. «che io farò una volta in capite non così in fretta, e per bene»
p. 279. inc. «Credo che alcuno di voi, virtuosissimi Accademici, per avventura si maraviglierà» <br />p. 292. expl. «di più belle e sublimi speculazioni si tranquilli, e si ristori»
p. 293. inc. «Malagevole fu sempre mai l’impresa di coloro, degnissimo Arciconsolo» <br />p. 312. expl. «Così egli all’Imperadore, così io a voi Accademici»
p. 313. inc. «Ricordate voi, Signori miei, di quello stranissimo temporale, di quella sperpetua» <br />p. 329. expl. «Io voglio provare a star cheto per vedere se voi vi potete rizzare»
p. 330. inc. «Maravigliosa è la similitudine che tra la città d’Atene e di Firenze ritrovasi» <br />p. 336. expl. «che gli ripurchi (sic), e rendagli acconci alle più belle semenze»
p. 337. inc. «È proprio della forte amicizia non poter portare in pace» <br />p. 357. expl. «nella persona del nostro Accademico Francesco Redi di dimostrarvi»
p. 358. inc. «Singolare fu il benefizio da voi a me conferito, generosissimi Accademici» <br />p. 362. expl. «la necessità, in cui siete stati, di tanto migliorare il vostro governo»
p. 363. inc. «Se la virtù continuata per lungo e antichissimo spazio di tempo» <br />p. 367. expl. «con più utile affetto cotanto amate e degnamente apprezzate»
p. 369. inc. «Ecco io finalmente m’accingo, dopo tanto tempo, che data me ne fu l’incombenza» <br />p. 382. expl. «unitamente al meritato oblio il condanneranno»
p. 383. inc. «La maggior fortuna che possa avere chi critica» <br />p. 391. expl. «la critica nelle belle composizioni più spicca, e più fa onore al criticante»
p. 392. inc. «Il Sole, virtuosissimi Accademici, chiarissimo lume del mondo» <br />p. 404. expl. «che in qualunque città fosse nata, l’avrebbe fatta imperatrice del mondo»
p. 405. inc. «Il leggiadrissimo ed amoroso Petrarca nel terzo sonetto» <br />p. 417. expl. «che di questo, “A Betlem sì, tanto sopra ogni stato”»
p. 418. inc. «Giustissima è la querela di Plinio, degnissimo Arciconsolo» <br />p. 432. expl. «di coloro che biasimano quel che non possono imitare»
p. 433. inc. «Quella altissima Providenza, che nel cielo sovrano avendo la sua sede collocata» <br />p. 444. expl. «a tutte le sorte delle persone largamente concede»
p. 445. inc. «Pindaro chiarissimo lume della poesia lirica» <br />p. 459. expl. «ed al cielo da lungo esiglio riconcurci, e della morte e dell’Inferno trionfare»
p. 461. inc. «La nobiltà del magistero, degnissimo Arciconsolo, virtuosi Accademici» <br />p. 478. expl. «le quali affermano che tutto quel che fece Iddio è buono»
p. 479. inc. «La verità, egregio Arciconsolo, virtuosi Accademici, che luce nelle tenebre» <br />p. 490. expl. «in ogni grazia, in ogni eccellenza, in ogni pregio singolari»
p. 491. inc. «La divina magnificenza, quantunque in tutto ciò che ella adopera si mostri» <br />p. 504. expl. «Et iam tempus equum fumantia solvere colla»
p. 505. inc. «Se coll’apparato solamente, coll’empito, e coll’eloquenza si portassero via» <br />p. 519. expl. «non castiga i giusti, ma gli commenda e gli pregia»
p. 521. inc. «Degne di bellissima lode sono, e mai sempre saranno, le nostre leggi» <br />p. 538. expl. «non circoscritta, non caduca, ma incomprensibile, immensa, sempiterna»
p. 539. inc. «Le menti degli antichi filosofi, che non sono mai stanche di ricercare» <br />p. 553. expl. «poco dianzi favellandone rozzamente ve l’ho dimostrato»
p. 555. inc. «Prudentissimi Reggenti, “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”» <br />p. 558. expl. «ma splenda nel mezo del nostro cielo fissa ed eterna»
p. 559. inc. «Se il breve corso di vita, degnissimo Arciconsolo, Accademici virtuosissimi» <br />p. 574. expl. «alle deserte e paludose con egual premura comparte e dispensa»
p. 577. inc. «Qualunque sia quella cagione la quale fa alcuna cosa parere» <br />p. 587. expl. «una promessa certissima d’una fedelissima ed inviolabile obbedienza»
p. 589. inc. «Siccome noi veggiamo continuamente avvenire che l’estremo dell’allegrezza» <br />p. 601. expl. «così voi gloriosissimo ne diverrete, io più scusabile, e l’Accademia felice»
p. 603. inc. «Considerando io, e meco medesimo attentamente riflettendo» <br />p. 622. expl. «vi hanno oggi la lunga noia del mio rozzo discorso apportata»
p. 623. inc. «Dopo che fu definito da tribunale di sovranissima autorità» <br />p. 628. expl. «le quali desiderato di ridurre a perfezione abbiate anche a cuore di custodire»
p. 629. inc. «Questa Generale Adunanza, virtuosi Accademici, questa Generale Adunanza» <br />p. 635. expl. «e al sapientissimo mio collega e a me di riputazione e di compiacenza»
p. 637. inc. «Non vi maravigliate, o Signori, se questa volta io prendo a declamare» <br />p. 642. expl. «che l’Universo tutto con ammirabile tenore di Provvidenza governa»
p. 643. inc. «Staremo noi dunque sempre in amenità, in fiori, in delizie di parlare gentile?» <br />p. 653. expl. «e del vostro onorato consesso, di cui esser parte, benché minima, mi pregio e mi glorio, mi discacciate»
p. 655. inc. «Leggessi (sic) presso di Senofonte, che avendo un giovine barbaro un ottimo cavallo» <br />p. 662. expl. «meritare simiglianti favori, a me di sempre più riverirgli e ammirargli»
p. 663. inc. «Quantunque volte, serenissimo Principe, meco stesso pensando» <br />p. 668. expl. «mi fo baldanzosamente a credere ch’egli debba riuscire utile insieme, e famoso»
p. 669. inc. «Conosco e confesso soperchio l’ufficio intrapreso, e forse a me non convenevole» <br />p. 673. expl. «o ch’egli finalmente si vergogna, e sdegna d’essere vero Accademico della Crusca»
p. 675. inc. «Ponderando col discorso, ed attentamente osservando le regole della nostra Accademia» <br />p. 682. expl. «in tutte le maniere guardarsi dal democratico e astenersi dall’universale»
Cartaceo
ff. II, 12, pp. 688 [num. 682], I’; bianchi i ff. 1v, 2v, 4v, 9v-12v, pp. 11-12, 23-24, 34, 92, 368, 460, 520, 554, 575-576, 588, 602, 636, 654, 674, [683]-[688]. Cartulazione recente a lapis nell’angolo superiore destro per i ff. 1-12; paginazione a inchiostro della stessa mano del testo nell’angolo superiore esterno fino a p. 682, non numerate le pp. [683]-[688], bianche. <br />Fasc. 1(12), 2-4(6), 5(8), 6-20(12), 21(10), 22-31(10), 32(8); richiami orizzontali nel margine inferiore destro di ogni pagina.) <br />Mm. 283 × 204 (p. 35).
Due mani: mano A, copista principale che estende l’intero codice; mano B, di Andrea Alamanni, responsabile della notizia di f. 1r (vd. Storia) e dei titoli in principio ai singoli testi.
Legatura recente (sec. XX) in mezza tela su quadranti di cartone; tassello con titolo sul dorso.
A f. IIv è applicata un’etichetta con segnatura e descrizione: «180. Raccolta di Prose degli Accademici della Crusca dette da loro nell’Accademia medesima [in mg., trasversalmente, “per la massima parte edite”»]. Copia in sul principiare del secolo XVIII, fatta fare dall’Informe Cardinale Alamanno Salviati. Manoscritto in folio». Titolo a lapis a f. IIr, «Prose degli Accademici della Crusca raccolte da Alamanno Salviati», di mano di Severina Parodi, che ha anche apposto nel corso del codice parche annotazioni relative ai nomi degli Accademici, alle datazioni, alle edizioni a stampa dei testi pubblicati. <br />La raccolta di prose degli Accademici che questo testimone tramanda fu allestita da Alamanno Salviati Accademico ‘Informe’ (1669-1733) nel 1705, come risulta dall’epistola prefatoria a ff. 3r-4r. Il presente esemplare, tuttavia, non è il libro originale donato in tale data da Salviati all’Accademia. Una lunga notizia sulla raccolta, firmata da Andrea Alamanni a f. 1r, vergata in due tempi successivi, informa che l’Originale fu smarrito e questo costituisce un secondo esemplare realizzato a Roma nel 1729. In data 22 Agosto 174[...], l’Alamanni aggiunse che la copia originale perduta fu ritrovata fra i libri di Sigismondo della Stufa e restituita all’Accademia, mentre la presente, in contraccambio, fu consegnata al figlio di lui Ugo della Stufa. È perciò probabile che vada identificato con l’Originale, e non con la presente copia, l’esemplare descritto dal Catalogo del Ripurgato nel 1747 come «8) Prose recitate nella Accademia della Crusca raccolte e donate dallo Informe Segretario». Solo in un imprecisato momento successivo, dunque, anche questa copia dovette rientrare nella Biblioteca dell’Accademia, dove oggi, al contrario, non è rinvenibile l’Originale. In effetti si ha notizia di una trattativa per l’acquisto di un testimone di questa raccolta, nel 1877, presso la libreria antiquaria Franchi e Menozzi, ma i documenti parrebbero suggerire che la Crusca alla fine rifiuti l’offerta. La provenienza e l’acquisizione del presente esemplare, pertanto, vanno in ultima analisi ritenute ignote. <br />Possessori: Ugo della Stufa (sec. XVIII med.); già in Accademia della Crusca nel 1886, per provenienza ignota. <br />Segnatura precedente: 180 (in testa a f. IIv).