Creative Commons Attribution 4.0 (CC BY 4.0)
Cartaceo
Cartella archivistica ‘a busta’, di riuso (sec. XVII-XVIII), in pergamena su cartone; due legacci in pelle allumata sulla ribalta e al centro del piatto anteriore; due contrafforti in cuoio intrecciati di pelle allumata fasciano il dorso e parte dei piatti. Sul piatto anteriore in scrittura libraria il titolo del contenuto originario «Entrata, e Uscita de l’Amministrazione della Fattoria di S. Moro del Patrimonio Altoviti Avila». Incollata al piatto anteriore è un’etichetta dattiloscritta di Castellani con l’indicazione del contenuto: «Mss. 5. Quarantadue lettere fiorentine del Quattrocento (1410-1498) e una del 1516. Distinte in cinque gruppi», etc. Ognuna delle cinque serie è raccolta in una cartella moderna con titolo. Allegata al codice è un’altra cartella moderna contenente appunti di Castellani relativi alle lettere della serie d) e a Giovanni di Latino de’ Pigli.
Possessori: le quattro unità dovevano già essere giustapposte nel sec. XVII, quando furono paginate consecutivamente; un biglietto allegato al codice, di mano ottocentesca, ricorda una precedente segnatura: «Bozze di Cartini de’ beni di Lippi (?), e descrizzione di molti di detti beni con alcune note d’allegazioni de’ medesimi: fatte in tempo di Casa Malpigli. Scanzia prima, n° 5». Acquistato da Arrigo Castellani presso il libraio Gozzini il 3 aprile 1984 (annotazione a lapis su un biglietto allegato al codice: «3.4.1984 (Gozzini, t5). Mss., 12»). Donato da Leonardo Castellani alla Biblioteca dell’Accademia della Crusca il 20 maggio 2016. Segnatura Castellani: Mss. 12.
Essendogli state intestate delle lettere di pagamento ricevute dai Bellacci, gli fornisce istruzioni su come concludere con loro la transazione; gli chiede di restituire la chiave della cassetta, qualora l’avesse inavvedutamente portata con sé; domanda notizie su certi ‘fatti del sale’.
mm. 226 × 151
Nonostante la sfavorevole impressione iniziale, dopo aver stabilito alcuni rapporti di amicizia sta cominciando a trovare piacevole la permanenza a Pisa; si meraviglia delle specie di pesci che si trovano a Pisa, a confronto con quelle di Firenze; sollecita Andreuola ad andare a fargli visita: in quell’occasione andranno al mare e a Livorno.
mm. 221 × 133.
Si rallegra di una lieta notizia ricevuta (il matrimonio di sua nipote Andreuola con Piero) e auspica un prossimo incontro con entrambi; gli garantisce disponibilità per qualunque cosa possa occorrergli.
mm. 200 × 122.
Si ripromette di dilungarsi in una successiva lettera sulla propria recente nomina a podestà; gli chiede di modificare l’ordinativo di barili di vino richiesti a un suo lavoratore di Paperino; si conduole della cattive condizioni di salute di monna Lena, mentre lo informa della guarigione di Andreuola.
mm. 227 × 117.
Ha saputo che con Bindaccio e Nicolò si sono trasferiti in villa, ma lo sollecita a far tornare Nicolò a casa; ha appreso che Andreuola ha già provveduto a comprare la cioppa di ciambellotto; gli manda una cesta di melarance, cedri e cedrangoli, e un pane di zucchero per monna Lina; si ripromette di inviare successivamente un quantitativo di lino.
mm. 223 × 177.
Si rallegra della prossima venuta a Pisa di Piero insieme con la famiglia: gli suggerisce di programmarla durante le feste di Pasqua, sperando non ne riceva incomodo o eccessiva spesa; si dispiace dei recenti disagi occorsi al Serraglio; invia a Nicolò due panetti di zucchero e informa che anche a Pisa c’è carestia di pesce; lo ragguaglia in merito al debito di Francesco da Lusana.
mm. 219 × 157.
Informa Piero che, appena dopo la sua partenza per Firenze, un famiglio del castellano della cittadella nuova è venuto a cercarlo: dal momento che il castellano stava molto male, voleva che Piero informasse a Firenze uno dei fratelli di lui, perché venisse a Pisa; ritiene tuttavia che il castellano sia ora fuori pericolo; avverte che Andreuola ha dimenticato a Pisa una crocellina di diamanti: gliela farà recapitare per qualche persona fidata, appena possibile.
mm. 218 × 92.
Ha saputo che Piero è arrivato a Firenze e prende accordi con lui per la restituzione delle bestie che ha portato con sé per il viaggio; gli garantisce che lo risarcirà dei 30 soldi dati a Nicolò e di eventuali altre spese, così come della somma che Piero anticiperà per la transazione con i Rinieri; si conduole della malattia di Carlo e dichiara la sua disponibilità per qualunque cosa possa occorrere a Taddeo; spera che Piero non si sia incomodato per la questione del trebbiano; ordina che gli abiti per Andreuola vengano confezionati segretamente.
mm. 219 × 87.
Gli manda trascrizione di una lettera inviata da Luca, cui si sono rivolti per provvedere alla tintura di certi panni; a proposito della programmata visita a Pisa da fare insieme a Andreuola, visto il cattivo tempo degli ultimi giorni gli suggerisce di aspettare condizioni meno malagevoli; gli chiede notizie dello stato di salute di monna Lena e degli altri.
mm. 218 × 147
Replica della precedente: ribadisce la risposta di Luca a proposito della tintura dei panni; sollecita a stabilire, se il tempo è favorevole, quando fissare il viaggio a Pisa insieme con Andreuola; rassicura di star bene, malgrado il defatigante impegno del lavoro; manda saluti a Andreuola, da cui attende risposta alla lettera precedentemente inviatale.
mm. 219 × 96
Lettera ‘di cortesia’, per ovviare al lungo tempo intercorso senza scrivere; si rallegra che Andreuola si dica molto felice della vita matrimoniale con Piero; gli garantisce disponibilità per qualunque cosa possa occorrergli.
mm. 218 × 147.
Si rallegra del matrimonio di sua sorella Andreuola con Piero, di cui questi lo ha informato nella precedente missiva; conferma di aver consegnato la lettera destinata a monna Lorenza: ha ricevuto da lei e da Iacopo accoglienza festosa, e con loro ha gioito delle recenti nozze; comunica di aver portato a termine quanto doveva con Giovanni Tornaquinci, che si accinge a scrivere una lettera a Piero.
mm. 220 × 183.
Presume che Piero abbia ricevuto il denaro dovutogli per la vendita del cavallo e gliene chiede conferma; gli allega alcune lettere inviate da Giovanni; ha portato i suoi saluti a Giovanni, che recentemente è stato male, ma ora è guarito; gli chiede di esortare Andreuola, probabilmente appena tornata da Pisa, a scrivergli di tanto in tanto.
mm. 216 × 143.
Comunica di aver viaggiato serenamente e di essere giunto a Pisa: a una prima osservazione, ne ha un’impressione favorevole, e la sistemazione è migliore di quanto si aspettasse, perciò invita Piero a cominciare a programmare una visita insieme con Andreuola; non si dilunga oltre modo, perché occupato a disfare i bagagli; chiede notizie sullo stato di salute di monna Lena; lo informa che la sua palla d’ottone gli dev’essere restituita da Guglielmo Adimari.
mm. 218 × 117.
Lo informa che Tommasa e Betta sono guarite; per conto di una delle due chiede a Piero di procurargli delle talee di rosai, possibilmente la varietà detta ‘rosa imbalconata’: lo prega di rispondere tempestivamente, prima che passi il tempo favorevole per la piantatura.
mm. 215 × 128
Non avendo ricevuto risposta alle lettere, presume che Andreuola sia stata impegnata nei preparativi delle nozze di Margherita e di Clemenza, su cui le chiede notizie; auspica che Andreuola abbia ormai imparato a provvedere alla famiglia di cui è entrata a far parte, e desidera che questa si lodi di lei; manda saluti e spera vivamente che ci sarà presto possibilità di rivedersi. Dopo aver terminato la scrittura della lettera, riceve la risposta di Andreuola alle precedenti missive.
mm. 222 × 219.
La informa di aver soggiornato serenamente a Maiano; le chiede di comperare per conto proprio e di altre donne alcuni tessuti, e di mandarglieli da Prato; si dice preoccupata della perdurante indisposizione di salute di Andreuola e le suggerisce di correggere il suo regime alimentare.
mm. 219 × 291.
Si risente che Andreuola e Nicolò non le scrivano mai; le chiede notizie di familiari e amici; le raccomanda di provvedere in sua vece, fino al suo ritorno, a tutto il necessario; le chiede di esortare Nicolò e Amerigo ad aver cura di sé stessi e a essere zelanti nel lavoro.
mm. 220 × 125.
Le comunica di essersi assestata nella sua nuova sistemazione in Arezzo e se ne dice soddisfatta, in particolare per avervi trovato delle amiche di sua madre; la invita con la famiglia a farle visita; la informa di non averle ancora comperato un asciugatoio adatto: se dunque Andreuola verrà ad Arezzo, lo sceglierà da sola secondo la sua preferenza.
mm. 223 × 132.
Ha appreso che Francesco è stato eletto fra i dieci Ufficiali delle Grazie: gli raccomanda Iacopo Rinuccini suo suocero, che versa in gravi difficoltà; ha saputo dalla precedente missiva che Francesco ha preso moglie, e presume che questi da allora non gli abbia più scritto per gli impegni sopravvenuti; chiede di essere raccomandato a Nicolò Magaldi, che non risponde alle lettere. Gli raccomanda i suoi nipoti, figli d’Andreuolo.
mm. 227 × 176.
Nelle missive precedenti lo ha messo al corrente che la giostra non si sarebbe svolta a causa del poco tempo disponibile per l’organizzazione: gli assicura ora che il prossimo anno si terrà certamente; gli comunica che lui e Baroncegli programmano di andarlo a visitare appena possibile; lo informa della guarigione di Andrea; gli trasmette il tasso di interesse corrente per i titoli del Monte comune; gli annuncia che Emanuele Appiano è stato eletto signore di Piombino e sono stati inviati a lui Alamanno e Boccaccino.
mm. 218 × 135.
Gli raccomanda Francesco da Castel San Niccolò, che è implicato in un imprecisato ‘impaccio di sale’ (presumibilmente un’insolvenza o infrazione nella corresponsione dell’imposta); si dichiara certo che il Caccini accondiscenderà a tale richiesta e spera di poter in futuro ricambiare la sua liberalità.
mm. 223 × 94.
In qualità di podestà di Bibbiena, gli chiede di evitare di convocare gli abitanti del proprio Comune a Poppi, dal momento che, essendo essi di umili condizioni, non possono perdere il tempo da dedicare al lavoro: comunque un loro delegato è di ritorno da Firenze con conclusioni sull’imprecisata questione che interessa Francesco; lo informa inoltre che è stato introdotto un dazio, il quale verrà riscosso alla metà del mese.
mm. 222 × 104.
Impetra clemenza per Giovanni da Soci, responsabile di un’imprecisata trasgressione o inadempienza di quanto ordinato dal Caccini.
mm. 219 × 137.
Gli raccomanda la famiglia di Giano da Sprognano, implicata in un’imprecisata trasgressione relativa al sale (anche qui, evidentemente, un’insolvenza o infrazione nella corresponsione dell’imposta), dichiarandosi certo della sua benevolenza; gli annuncia che Emanuele Appiano è stato eletto signore di Piombino e sono stati inviati a lui Alamanno e Boccaccino; gli riporta i nomi dei Priori eletti per il bimestre marzo-aprile 1451.
mm. 225 × 178.
Ha ricevuto la risposta di Francesco, apprendendo che lui e sua moglie stanno bene; gli comunica che ha parlato dei fatti di Francesco Ferrantini con Giuliano Ridolfi, che se ne occuperà o provvedendovi direttamente, o lasciando scadere la validità degli accordi precedentemente presi.
mm. 226 × 122.
Si rallegra che il Caccini abbia ripreso a scrivergli; ha appreso dello storico provvedimento di ‘chiusura delle borse’ del 23 febbraio 1455, che reputa benefico; è soddisfatto del risultato dell’elezione per il bimestre marzo-aprile 1455 e spera che i Priori neoeletti operino avvedutamente; ha saputo dell’imminente arrivo a Firenze degli ambasciatori di Napoli, che ritiene si tratterranno più a lungo del previsto.
mm. 225 × 153.
Lo ringrazia del capriolo e del denaro ricevuti; si scusa per non aver risposto prima, giustificandosi con l’essere stato fuori città; gli garantisce disponibilità per qualunque cosa possa occorrergli; gli trasmette il tasso di interesse corrente per i titoli del Monte comune.
mm. 225 × 153. Asportato un frammento nel margine inferiore sinistro che provoca lacuna degli inizi di quattro righe di scrittura.
Parzialmente inaccertabile per indecifrabilità della scrittura: si informa sulla disponibilità di una cavalcatura e un guidatore, forse per un viaggio di Matteo Caccini.
mm. 221 × 118.
Ha ricevuto la raccomandazione per Ciarpellone da Filetto e gli garantisce disponibilità per questi e per suo fratello Vagio; ha appreso dettagli sullo svolgimento delle prossime elezioni; gli comunica di star bene, ma si rammarica dello scorrere rapido del tempo: è contento, tuttavia, di star lontano dalle concitazioni della vita a Firenze.
mm. 219 × 96. Asportato un frammento nel margine sinistro che provoca lacuna dell’inizio di una riga di scrittura.
Parzialmente inaccertabile a causa delle lacune: ha appreso che il provvedimento recentemente sottoposto al Comune non è stato approvato; fornisce alcune indicazioni relative al prossimo squittino alla Parte guelfa; gli anticipa che riceverà presto notizie dagli ambasciatori da Napoli; gli è grato di essere messo sempre al corrente di ogni questione con frequenti missive.
Asportati due frammenti nel margine sinistro che provocano lacuna dell’inizio di cinque righe di scrittura ognuno; ampie macchie di umidità nel margine superiore e al centro del foglio provocano svanimento dell’inchiostro.
Si scusa per non avergli fatto visita prima di partire da Firenze e per non avergli scritto finora: non sapeva quanto sarebbe durata la sua assenza, ma ora prevede tre o finanche quattro mesi; chiede sostegno a lui e ai suoi amici per il prossimo squittinio.
mm. 221 × 125. Caduto un frammento nel margine destro che provoca lacuna di alcune lettere alla fine di due righe di scrittura.
Chiede l’intervento di Francesco per essere dispensato da un’imposta o un’ammenda da corrispondere: Giovanni non può occuparsene personalmente, non essendo a Firenze; chiede di essere raccomandato presso Giovanni affinché sia reso partecipe degli affari che questi sta gestendo; lo informa che Alessandro non è ancora arrivato (segue testo lacunoso); lo informa che non è ancora arrivato Michele di Filice, che infatti si trova a Todi: dal momento che Giovanni vi è stato poco tempo prima, avrebbe potuto provvedere lui a recare il messaggio; si conduole di un’imprecisata ‘gravezza’ irrogata a molti fra cui Piero Bandini.
mm. 221 × 143. Caduto un frammento nel margine sinistro che provoca lacuna di alcune lettere all’inizio di tre righe di scrittura; ampie macchie di umidità al centro del margine superiore e del margine inferiore: la seconda ha deteriorato la carta, causandone la caduta per l’ampiezza di 1-2 righe.
Si scusa di non avergli ancora procurato le perle richieste, ma gli assicura che vi attenderà al più presto; quanto alla trattativa in corso con Pandolfo, gli suggerisce di non concludere l’affare per una somma inferiore a sessanta soldi.
mm. 220 × 125.
Lo ringrazia vivamente per un’imprecisata cortesia usatagli; ha appreso i recenti sviluppi delle ostilità fra Firenze e Napoli (nel contesto delle guerre di Lombardia): che Firenze ha chiesto ambasciatori per negoziare la pace e che è stato approvato un provvedimento per il reperimento di finanziamenti; gli comunica che il nemico, a sua volta, sta accumulando ingenti risorse; lo informa che alcuni fiorentini sono stati fatti prigionieri a Napoli con infondate accuse; lo prega di scusarlo presso Giovanni per la trascuratezza dell’ultima lettera inviata a questo; lo informa che Alessandro non è ancora arrivato.
mm. 268 × 224.
Gli raccomanda Bartolo d’Antonio da Stia, condannato per una trasgressione relativa al sale ma impossibilitato al pagamento della pena. Gli allega anche un messaggio di Giovanni d’Antonio in favore del sopraddetto.
mm. 229 × 195.
Si meraviglia che diverse delle lettere recentemente spedite a Giovanni non siano state recapitate; ha appreso che, in seguito alla somministrazione di un farmaco, le condizioni di salute di Ginevra sono migliorate; quanto alla possibilità che Elisabetta ritorni a Cutigliano, si rimette a lei perché giudichi cosa sia opportuno; ha avuto conferma che Giovanni ha ricevuto il piccolo scrigno inviatogli; gli chiede notizie su un’imprecisata questione relativa a Menco di Guardino; gli comunica che il vino non gli è stato ancora consegnato né sa quando gli arriverà; si conduole che il Bianco sia in pericolo di vita; lo informa di un furto subìto e gli chiede di intervenire per catturare il malfattore.
mm. 220 × 211.
Ha appreso che le condizioni di salute di Ginevra sono visibilmente migliorate; quanto al proprio imminente viaggio a Firenze insieme con Elisabetta, gli comunica che partiranno non appena avranno finito di mettere in molle il bucato: eventualmente Elisabetta precederà; si informa sulla possibilità di farsi prestare dal capitano le bestie necessarie al viaggio; lo prega di non dire a Ginevra che Elisabetta è stata poco bene; gli chiede di riferire a Ginevra che le recherà quanto da lei richiesto, che le ha salutato le sue amiche e che Gente sta per sposare Bernardino; presume che il vino ordinato sia stato recapitato.
mm. 222 × 147.
Gli chiede di inviarle delle camicie per la piccola Brigida e un ducato per l’acquisto di una gamurra.
mm. 216 × 83.