Numerazione, fascicolazione e disposizione del testo: ff. II, 65, II’; bianchi i ff. 5v, 9v, 26rv, 36v, 50v, 55v, 59v, 60v, 65v. Cartulazione recente a lapis nell’angolo superiore destro. Presenti due altre numerazioni antiche. La prima, del sec. XVI-XVII, a inchiostro rosso, è relativa a un codice anteriore, i cui fogli bianchi sono stati smembrati a costituire questo; la posizione della numerazione permette di stabilire che l’attuale lato lungo fosse il lato corto del codice originario: nell’angolo superiore sinistro, trasversalmente, «164» a f. 22v, «174» a f. 24v, «163» a f. 25v, «173» a f. 27v, «172» a f. 30v, «165» a f. 31v, «245» a f. 53v, «246» a f. 54v; nell’angolo inferiore destro, trasversalmente, «166» a f. 36r, «244» a f. 58r, «257» a f. 59r . La seconda, del sec. XVII, a inchiostro scuro, nell’angolo superiore destro, pagina come numm. 1-20 i ff. 37r-46v.
Fasc. 1(4) (ff. 1-4), 1 f. (f. 5), 2(4) (ff. 6-9), 3(2) (ff. 10-11), 4(2) (ff. 12-13), 5(2) (ff. 14-15), 6(4) (ff. 16-19), 1 f. (f. 20), 7(6-1+1) (ff. 21-26: f. 25 è un foglio privo di riscontro, al cui tallone è stato incollato l’attuale f. 22, ricostituendo l’integrità del sesterno), 8(6-1) (ff. 27-31: sesterno privo dell’ultimo foglio, bianco), 9(6-1) (ff. 32-36: sesterno privo del primo foglio, bianco), 10(10) (ff. 37-46), 11(4) (ff. 47-50), 12(6-1) (ff. 51-55: sesterno privo del primo foglio), 13(4) (ff. 56-59), 2 ff. (60-61), 14(4) (ff. 62-65, ma una lacuna fra f. 63 e f. 64 denota la caduta di alcuni bifogli centrali, forse due). Richiami orizzontali nel margine inferiore destro, distribuiti irregolarmente, a volte a ogni foglio, a volte a ogni facciata, a volte assenti.
Mm. 284 × 213 (f. 53r).
Decorazione:
Scrittura e mani: Una mano principale, A, autografa di Giovanni Guidacci, ff. 1r-59r. Un’altra mano, B, di anonimo, aggiunge dei testi a ff. 61r-65r. Una mano seriore ancora secentesca, C, appone l’attribuzione «del Guidacci» e «del Guidacci, come sono tutte di questo scritto», aggiungendo i titoli ai testi anepigrafi e numerando le opere in testa al foglio d’inizio.
Note marginali di mano A con rimandi alle fonti citate.
Legatura: Legatura sec. XIX-XX in quarto di pergamena con quadranti in cartone coperti di carta marmorizzata; sul dorso a inchiostro «Accademia della Crusca».
Scheda redatta da: Tommaso Salvatore
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Ringraziamento nell’Accademia della Crusca. Venerdì a dì 9 settembre 1650»
f. 1r. inc. «Vogliono i Maestri di coloro che sanno, che la virtù la quale di sé stessa è gloria»
f. 5r. expl. «“È cosa da stancar Atene, Arpino, / Mantova e Smirna e l’un e l’altra lira”»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Dimostramento dato nell’Assemblea Generale della Accademia della Crusca questo dì 9 di settembre 1650»
f. 6r. inc. «Ponderando il discorso, ed attentamente osservando le regola della nostra Accademia»
f. 9r. expl. «ed in tutte le maniere guardarci dal Democratico, et astenerci dall’universale»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Censura della canzone recitata nell’Accademia della Crusca dall’Innominato Signor Conte Ferdinando del Maestro di ordine dell’Illustrissimo Imperfetto Arciconsolo Giovedì primo Dicembre 1650»
f. 10r. inc. «Orrevolissima e grande fu reputata da me la grazia la quale, già non è gran tempo»
f. 15v. expl. «“Per farlo a mia possanza gloriosa / Con celebrare il nome inclito e degno”»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Censura prima sopra la canzone Se placid’onda dell’instabil regno nell’Accademia della Crusca Mercoledì 4 Gennaio 1650»
f. 16r. inc. «Agevolmente mi do a credere, N.N., che aviate a memoria la gentilissima canzone»
f. 20r. expl. « non proseguisca di farmi burlare, né “parli più di quel che meno intendo”»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Censura seconda sopra la canzone Se placid’onda dell’instabil regno recitata nell’Accademia della Crusca Mercoledì»
f. 21r. inc. «Quanto mi pesa, quanto mi si rende noioso il ritornar di nuovo»
f. 25v. expl. «“L’alte ricchezze a null’altre seconde”»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Censura terza sopra la canzone Se placid’onda dell’instabil regno nell’Accademia della Crusca Giovedì 26 di Gennaio 1650»
f. 27r. inc. «Aspasia Focense, N.A., nella sua prima giovanezza ebbe nell’estreme parti della faccia»
f. 31v. expl. «che lascia di sé cotal vestigio “che Lete nol può torre né far bigio»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Censura quarta sopra la canzone Se placid’onda dell’instabil regno recitata nell’Accademia della Crusca Giovedì a dì primo di Marzo 1650»
f. 32r. inc. «Ecco in cinque giornate condotto a fine quel viaggio, che non pensai»
f. 36r. expl. «quelle parole che gl’animi nobili rendano incantati, mi farò invisibile agl’incontri»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Crusca. Accusa del Contento e del Grezzo suti consiglieri del Timido. Data per lo Digiuno»
f. 37r. inc. «Tengo per ferminissimo, N.N., che gran meraviglia vi apporti»
f. 46v. expl. «e continua la dottanza per chiunque avesse giamai simili concetti e pensieri afini»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Difesa della licenza di stampare la traduzione in terza rima dell’Arte anatomica del Signor Ostilio Contalgeni»
(titolo di mano C)
f. 47r. inc. «Convenevole ò giudicato, e termine d’amorevolezza tengo che sia, il rappresentare»
f. 50r. expl. «et vogli o non vogli, quelle parole non si potevano traslatare in altra maniera»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Apatisti. Sabato 5 Ottobre 1652»
(agg. da mano C «In occasione che prese la protezione dell’Accademia il Signor Principe Giovanni Carlo, Cardinale»)
f. 51r. inc. «Quegl’antichi Romani, N.N., nostri gloriosi progenitori, che col valore dell’armi»
f. 54v. expl. «“Di celebrare il nome inclito e degno / Che par non vide o questa od altra etade”»
Autore: Giovanni Guidacci
Titolo: «Sopra la Nobiltà delle Famiglie. Discorso legale ed erudito»
(titolo di mano C)
f. 56r. inc. «Niuna cosa rende più ragguardevoli e felici le città che le famiglie nobili»
f. 59r. expl. «Cavalieri Decisiones 440 n. 6 que est Decisio 575 n° 5•1[0]4 recentior»
Autore: Antonio Vignali
Titolo: Lettera in proverbi
(mutilo)
f. 61r. inc. «Nobilissima Madonna. Poiché io sono al sicuro, disse col[u]i»
f. 63v. expl. «benché il proverbio dica “da hoste nuovo, et da puttana vecchia”»
Autore: Madonna Persia
Titolo: Lettera a Alessandro Marzi
(acefalo)
f. 64r. inc. «che potesse avvenire, donde quando io stava per far del voler vostro»
f. 64r. expl. «et di sciolta legata et insomma di tutta mia tutta di uno altro»
f. 64r. Firma: «La vinta Persia che del vincitore Alessandro più si gloria che non se ne duole»
Autore: Madonna Persia
Titolo: Sonetto «Della medesima al medesimo»
f. 64r. inc. «Ben deggio render gratie a chi vi offerse»
f. 64v. expl. «Et Persia risonare ogni pendice»
Autore: Alessandro Marzi
Titolo: Lettera «Di Messere Alessandro alla medesima»
f. 64v. inc. «Se le mie ragioni colme di verità così argute fossero»
f. 65r. expl. «et poscia di qualche lieto affetto consolarli»
f. 65r. Firma: «Quel che tanto ama voi quanto egli stesso inmaginar non puote»
Autore: Alessandro Marzi
Titolo: Sonetto «Del Medesimo alla Medesima»
f. 65r. inc. «Tante eccellenze in voi Donna cons[per]se»
f. 65r. expl. «Poggiar al giel quasi inmorta fenice / Finis»
Storia: Sulla controguardia anteriore è incollata una scheda di catalogo, certamente dell’asta o della libreria antiquaria ove l’esemplare fu reperito. Acquistato dall’Accademia della Crusca il 30 ottobre 1968 (timbro con data «13 novembre 1968» a f. Iv).
Bibliografia: