Mss. 119

Niccolò degli Albizzi, Critica al sonetto Chi crederia, che ’n queste dure zolle

Datazione: sec. XVIII (post 1714)
Origine: Firenze
Lingua: italiano

Numerazione, fascicolazione e disposizione del testo: ff. II, 12 [pp. 24], II’. Paginazione coeva al testo nell’angolo superiore esterno.
Fasc. 1(12). Richiami orizzontali nel margine inferiore destro di ogni pagina.
Mm. 209 × 145 (p. 3).
Decorazione:
Scrittura e mani: Una mano, di dubbia autografia di Niccolò degli Albizzi.
Legatura: Legatura del sec. XIX in carta marmorizzata su piatti in cartone, con dorso in pelle, probabilmente di riuso, dacché reca lungo la costola, impresso in oro, un’indicazione bibliografica non attinente al contenuto attuale: «1600. Cervoni».

Scheda redatta da: Tommaso Salvatore

1 f. IIr-p. 24

Autore: Niccolò degli Albizzi; Anton Maria Salvini
Titolo: Critica al sonetto Chi crederia, che ’n queste dure zolle di Anton Maria Salvini
f. IIr. «Critica fatta a un sonetto dell’Illustrissimo Signore Dottore Anton Maria Salvini da me Niccolò degli Albizzi, e recitata nell’Accademia della Crusca il dì 10 Maggio 1714»
p. 1. inc. «Platone, degnissimo Arciconsolo, Accademici virtuosissimi, Principe per lo comune consentimento degli antichi filosofanti»
p. 24. expl. «“Com’anima gentil, che non fa scusa / Ma fa sua voglia della voglia altrui”»

Storia: Acquistato dall’Accademia della Crusca presso la libreria antiquaria Gonnelli di Firenze nel giugno 1975 (nota a lapis sulla controguardia posteriore: «Acquistato dalla Libreria Gonnelli – giugno 1975»; timbro con data «12 giugno 1975» a f. Iv).
Bibliografia: Notizie sull’Accademia, «Studi di filologia italiana», XXXIII, 1975, pp. 425-427, a p. 426.