Mss. 2

Metaura di Aristotele (volgarizzamento)

Datazione: sec. XIV terzo quarto
Origine: Firenze
Lingua: fiorentino

Numerazione, fascicolazione e disposizione del testo: ff. I (cart. ant.), 101. Cartulazione coeva al testo a inchiostro nell’angolo superiore destro.
Fasc. 1-8(12), 9(5): il fasc. 9, composto da cinque carte montate su brachette, attualmente consta di f. 97 solidale con f. 101, f. 98 solidale con f. 99, f. 100 senza riscontro (rapporti di solidarietà non originari). Numerazione dei fascicoli in cifre romane, della stessa mano del testo, al centro del margine inferiore della prima carta; in-4°.
Mm. 286 × 201. Specchio rigato definito solo tramite due rettrici verticali tracciate a colore; ripartizione approssimativa dello schema di impaginazione: 20 [227] 39 × 26 [155] 20; rr. 0 / ll. 29 (f. 44r).
Decorazione: Iniziale fessa Q (1 r.) a f. 1r.
Scrittura e mani: Una mano in scrittura bastarda su base mercantesca.
Legatura: Legatura coeva al testo (sec. XIV) ‘a busta’ in pergamena floscia; sul piatto anteriore in maiuscola gotica (sec. XIV/XV) è il titolo «metaura d’aristotile»; legaccio in pelle allumata sulla ribalta. Racchiudono la compagine due nervi in pelle, uniti al dorso da legacci passanti in pelle allumata (deteriorati quelli del nervo superiore). Capitello di piede in stato frammentario.

Scheda redatta da: Tommaso Salvatore

1 ff. 1r-101r.

Autore: Aristotele; Alberto Magno; Tommaso d'Aquino
Titolo: Metaura, volgariz., con commento attr. a Tommaso d’Aquino
f. 1r. «Qui chomincia la Mettaura d’Aristotile chiosata per san Tomaso d’Aquino dell’ordine de’ frati predichatori»
f. 1r. inc. «Questo libro si chiama la Metthaura d’Aristotile, et questo nome Metthaura è nome grecho»
f. 101r. expl. «Settentrione è dinominato [et] detto dalle sette istelle che sono»
f. 101r. «Finiti sono questi tre libri. Deo grazias.»
f. 101r. «Finito la Methaura d’Aristotile et chiosata per san Tonmaso d’Aquino» (di mano seriore)

Storia: Possessori: Alberto Nomi (1503, f. Ir: obliterato e leggibile con lampada di Wood, «Yesus. mdiii Questo libro è d’Alberto di Benedetto d’Antonio di Ludovico Nomi cipttadin fiorentino e sp[...]aio u[...]amo. Chi lo achatta lo rendi, se non è se ne farà schomunicha», seguita da un ritmo in versi della stessa mano che dissuade dal furto del volume); Giovanni di Filippo dell’Antella (sec. XVI, f. Iv: «Questo libro è di Giovanni di Filippo Dell’Antella»); prove di penna in mercantesca a c. 101v, all’interno delle quali si leggono i nomi «Ilbacco Gannotti» e «Domino Antonio Marsuppini»; già in Accademia della Crusca nel 1886, per provenienza ignota.
Segnature precedenti: Libri rari 3/34.
Bibliografia: Sandro Bertelli, I codici di Francesco di Ser Nardo da Barberino, «Rivista di studi danteschi», III, 2003, pp. 408-421, a p. 413; Rita Librandi, Ristoro, Brunetto, Bencivenni e la «Metaura»: intrecci di glosse e rinvii tra le opere di uno scaffale scientifico, in Lo scaffale della biblioteca scientifica in volgare (secoli XIII-XVI), Atti del Convegno, Matera, 14-15 ottobre 2004, a cura di Rita Librandi, Rosa Piro, Firenze, Sismel-Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 101-122, a p. 121 e n.