Numerazione, fascicolazione e disposizione del testo: ff. II, 240, I’; bianchi i ff. 100rv e 237v-240v. Cartulazione recente a lapis per decine nell’angolo inferiore destro. Cifre marginali ripartiscono il testo secondo la cartulazione originale del codice autografo; le indicazioni «Vol. 1» e «Vol. II» a lapis nell’angolo superiore sinistro rispettivamente di f. 1r e f. 101 fanno riferimento a una precedente divisione in volumi.
Fasc. 1-24(10); numerazione dei fascicoli a lapis nell’angolo superiore destro della prima carta, dal fasc. 11 la numerazione riparte da 1.
Mm. 213 × 315 (f. 1r); fogli rigati.
Decorazione:
Scrittura e mani: Una mano, di copista dell’Accademia, che ha esemplato i tomi 26a-26h e parte di 26i.
Correzioni d’altra mano.
Legatura: Legatura del sec. XX in mezza tela con quadranti di cartone ricoperti di carta; punte in tela; sul dorso etichetta in pelle con titolo impresso in oro «Rucellai / Dialoghi».
Scheda redatta da: Tommaso Salvatore
Autore: Anonimo
Titolo: Argomento dei Dialoghi di Orazio Rucellai
f. 1r. «Argomento»
f. 1r. inc. «I Dialoghi sotto nome dell’Imperfetto Accademico della Crusca pigliano il motivo»
f. 1v. expl. «e riducendola il più che si può a discorsi facili, e familiari»
Autore: Orazio Ricasoli Rucellai
Titolo: Villeggiatura tusculana
(precede il «Preambolo» a ff. 2r-6r)
f. 2r. inc. preambolo: «Noi veggiamo (figliuoli miei) che gli animali senza ragione custodiscono»
f. 6v. «Dialogo primo contro i Sofisti. Interlocutori di esso Don Raffaello Magiotti. Signore Ottavio Ieracio. Lo Imperfetto. Luigi Rucellai.»
f. 6v. inc. «Imperfetto. Noi dopo desinare ci siamo adagiati dormendo»
f. 237r. expl. «Ed eccoci a casa, e bello e finito il discorso»
f. 237r. «Fine del primo tomo della prima parte»
Storia: A f. IIr, di mano del sec. XIX, l’abbreviazione dei Citati «Rucell. Or. Dial. (1674) (a tomo, dialog., e pag.)». La presenza di tale marcatura permette di stabilire che anche questa copia fu impiegata come Citato della Quinta Edizione del Vocabolario, oltre agli spogli di Luigi Fiacchi che dipendono dall’originale, sebbene la Tavola prefatoria della Quinta Crusca faccia riferimento solamente a quest’ultimo.
Manoscritto in nove volumi, certamente realizzato per conto dell’Accademia della Crusca, nel 1833 o in data poco anteriore, come suggerisce la nota a f. IIr del tomo 26i. Questa copia fu esemplata su codici apografi, salvo la sezione I del ms. 26i (ff. 1r-96v), trascritta direttamente dall’autografo di casa Ricasoli-Firidolfi. Dopo alcuni decenni, nel 1877-78, la Crusca chiese a Alberto Ricasoli-Firidolfi di aver accesso a quest’autografo, così da riportare la cartulazione originale di quello sulla copia presente (gli spogli eseguiti da Luigi Fiacchi, che a tale cartulazione si riferivano, sarebbero altrimenti risultati inservibili): ricevuta risposta favorevole, provvide al compito il Commesso, Ariodante Le Brun, cui spettano dunque le cifre marginali con la numerazione.
Segnatura precedente: Libri rari 4/1.
Bibliografia: